Nel corso del decimo Congresso ROI di Bologna, gli osteopati hanno chiesto il varo immediato del decreto ministeriale sulle equipollenze.
Manca ancora l’ultimo tassello normativo che completa il riconoscimento della professione osteopatica. A essere penalizzati da questa situazione sono gli studenti universitari, i cittadini che si affidano all’osteopatia e gli osteopati che attendono la fine dell’iter legislativo da oltre 2.500 giorni.
Numerosi i protagonisti del mondo della salute e le Istituzioni che dal palco di Bologna hanno fatto sentire la propria voce.
«In questi anni abbiamo raggiunto traguardi storici: il riconoscimento della professione, il profilo professionale, l’attivazione dei corsi universitari, ma ora è più che mai urgente che il percorso si concluda. Non possiamo permettere che migliaia di professionisti e cittadini restino ancora in una condizione di incertezza e precarietà” ha dichiarato Paola Sciomachen, presidente del ROI. «Ogni giorno che passa è un’occasione sprecata per costruire una sanità più moderna, che oggi deve prevedere che le diverse figure professionali si integrino e collaborino in modo complementare e sinergico. Da ormai otto anni oltre 15 mila osteopati italiani vivono in un limbo inaccettabile. Gli osteopati sono pronti a iniziare un dialogo e un confronto con le altre figure sanitarie, per mettere al centro la salute del paziente. Da professionisti della prevenzione possiamo svolgere un ruolo importante nel raggiungimento di un obiettivo prioritario per il Sistema Sanitario Nazionale».
«Siamo alla vigilia di un nuovo anno accademico e gli atenei rischiano di non poter contare sui docenti delle materie caratterizzanti e dei tutor del tirocinio clinico. In assenza dell’ultimo passaggio dell’iter, gli osteopati si trovano nella condizione paradossale di non poter partecipare ai bandi per l’insegnamento della loro disciplina – ha aggiunto Sciomachen – A essere penalizzati sono anche i cittadini. Finché non sarà istituito l’Albo professionale i trattamenti osteopatici non saranno detraibili fiscalmente. È una disparità che colpisce milioni di italiani che ogni anno si rivolgono con fiducia alla nostra professione».
Cristina Rinaldi della Direzione Generale Professioni sanitarie e delle risorse umane del Ministero della Salute è intervenuta nel corso di una tavola rotonda dal titolo “Osteopatia e prevenzione per la salute del cittadino”: «Il decreto sulle equipollenze è in dirittura di arrivo, dopo che abbiamo lavorato tenacemente di concerto al MUR. Abbiamo preso il tempo necessario per dare vita a un testo su cui abbiamo già ricevuto il parere del CUN e che adesso deve ricevere il parere del Consiglio Superiore di Sanità prima di passare in Conferenza Stato-Regioni e procedere all’ultima fase deliberativa».
Roberto Gatti, membro della Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie, si è espresso circa l’impegno di supportare la nuova figura professionale e nella definizione di nuove regole nell’ambito della formazione.
«Riteniamo fondamentale, come per ogni altro profilo, il ruolo dei professionisti attivi nella disciplina nella formazione degli studenti. In quest’ottica, abbiamo già avviato un dialogo con le Università che si stanno attivando per l’attuazione dei corsi di laurea, con particolare attenzione all’organizzazione dei tirocini clinici. Stimiamo che, a partire dal prossimo anno accademico, potranno essere attivati circa dieci corsi di laurea in osteopatia distribuiti sull’intero territorio nazionale» ha dichiarato Gatti.
L’Onorevole Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, ha affermato: «Le istituzioni hanno fatto un lavoro importante su un tema delicato come quello delle equipollenze. C’è la volontà politica e amministrativa di accelerare e raggiungere la definizione complessiva del percorso. Le università hanno ora la necessità di selezionare i docenti per i corsi di laurea e quindi è urgente avere il decreto sulle equipollenze per favorire la partenza a pieno regime. La professione osteopatica svolge ruolo importante per la salute dei cittadini italiani e il pieno riconoscimento ci consentirà di inserire questi professionisti all’interno del Sistema Sanitario Nazionale».
L’Onorevole Ilenia Malavasi, membro della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, ha spiegato: «Il decreto sulle equipollenze è essenziale, perché sono certa che l’osteopatia ci aiuterà a rendere sempre più sostenibile il Sistema Sanitario Nazionale. La nostra popolazione invecchia ed è evidente che la prevenzione diventa un investimento strategico. Sotto questo aspetto la professione osteopatica può dare un ottimo contributo, all’interno di un approccio multidisciplinare che deve restare un imperativo, guidandoci attraverso la definizione di percorsi che consentano a team di professionisti di lavorare insieme, nel rispetto delle rispettive competenze, mettendo sempre al centro la salute del paziente».
Diego Catania, presidente FNO TSRM PSTRP, ha dichiarato: «Come componente di diritto del Consiglio Superiore di Sanità confermo il massimo impegno nel contribuire all’iter di riconoscimento e definizione della professione osteopatica. Credo fortemente nella sinergia tra le diverse professioni sanitarie, essenziale per offrire risposte efficaci ai bisogni di salute della popolazione. La sfida futura sarà fare dialogare tra loro queste professioni, affinché la multidisciplinarietà della cura del paziente diventi sempre più una realtà, a partire dalla struttura e dagli insegnamenti nei corsi di laurea».
Luisa Romanò, professore Ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università di Milano ha dichiarato: «È fondamentale che tutte le professioni sanitarie diano il loro contributo specifico nelle strategie di prevenzione della salute dei cittadini e gli osteopati giocheranno un ruolo importante portando le loro specifiche».