La paralisi cerebrale infantile è la prima causa disabilità cerebrale e motoria nell’età evolutiva. Definita come un insieme di disturbi dello sviluppo del movimento e della postura, questa condizione può anche determinare spasticità e, come conseguenza, portare allo sviluppo di piede pronato valgo che incide negativamente sul passo del paziente e, in alcuni casi, può anche provocargli dolore.
Tra le possibili modalità di intervento per condurre il piede a una condizione più fisiologica ci sono l’uso di ortesi appropriate, la riabilitazione e la chirurgia. Un recente studio condotto dal dipartimento di Ortopedia dell’ospedale statunitense Nemours Children’s Health di Wilmington, nel Nord Carolina, si concentra proprio sul trattamento chirurgico del piede pronato valgo in bambini con paralisi cerebrale infantile, in particolare valutando gli effetti della scelta di effettuare un carico immediato del peso sul piede operato sul recupero post-operatorio.
Gli esiti dei due approcci sul passo
Pubblicato sul Journal of Pediatric Orthopaedics, questo studio retrospettivo prende in considerazione 135 pazienti di età compresa tra i 10 e i 15 anni, seguiti dall’ambulatorio ospedaliero, tutti con piede pronato valgo e tutti sottoposti a intervento ricostruttivo.
In tutto i piedi operati sono stati 224, per un totale di 140 interventi. Obiettivo degli autori è stato mettere a confronto gli esiti dell’opzione post-operatoria di carico immediato con quella di carico posticipato, sia dal punto di vista del recupero fisiologico del passo sia dal punto di vista delle complicanze.
Sul campione preso in esame, l’84% ha seguito il protocollo post-operatorio con carico immediato, mentre il restante 16% quello con carico posticipato. Tutti i pazienti inclusi nello studio sono stati valutati con una gait analysis prima e dopo l’intervento, il che consente di osservare eventuali cambiamenti ottenuti sul passo.
Questa valutazione viene effettuata nel medio termine, quindi tra 1 e 3 anni dall’intervento e le analisi statistiche utilizzate non hanno individuato differenze nello stato di correzione tra i pazienti appartenenti ai 2 gruppi.
Gli esiti dei due approcci sulle complicanze
Nell’osservare le complicanze post-operatorie, gli autori hanno stabilito 2 ordini temporali: nel breve periodo, quindi entro 6 mesi dall’intervento, gli autori si sono concentrati sulla necessità di sottorre i pazienti a nuovo intervento, o per non unione delle ossa coinvolte o per caduta dell’architettura del piede o per infezione; nel lungo termine, quindi oltre i 3 anni, gli autori hanno indagato l’eventuale necessità di sottoporre i pazienti a un intervento di revisione.
Le analisi statistiche non individuano differenze tra i due gruppi di pazienti, né nel breve termine né nel lungo termine. Se ne deduce che il carico immediato sul piede operato in questi pazienti non costituisce fattore predittivo né per quanto riguarda gli esiti sul passo né per quanto riguarda la prevalenza di complicanze nel breve periodo e la ricorrenza di revisione sul lungo periodo.
Gli autori concludono sottolineando la sicurezza dell’approccio di carico immediato sul piede operato in pazienti con paralisi cerebrale infantile trattati per piede pronato valgo, arrivando anche a suggerirne uno maggiore, dal momento che può prevenire l’indebolimento della muscolatura e favorire il recupero.
Church C, Scott H, Lennon M, Salazar-Torres JJ, Howard JJ, Lennon N, Shrader MW, Herrero CP, Lenhart RL, Popper H, Helms A, Trionfo A. The Effect of Immediate Weight Bearing After Planovalgus Foot Reconstruction in Ambulatory Children With Cerebral Palsy. J Pediatr Orthop. 2025 Nov 3. doi: 10.1097/BPO.0000000000003147. Epub ahead of print. PMID: 41178517.


