Colpendo milioni di individui e generando un impatto significativo sulla qualità di vita e sulla capacità lavorativa, il dolore lombare cronico rappresenta una delle principali sfide nella pratica clinica. La gestione ottimale resta complessa poiché il quadro clinico è spesso multifattoriale, con componenti biomeccaniche, psicologiche e legate allo stile di vita che contribuiscono alla persistenza dei sintomi.
Le linee guida internazionali raccomandano di privilegiare strategie non farmacologiche come primo approccio, indicando la fisioterapia come intervento centrale. Tuttavia, la varietà dei protocolli disponibili e la differente partecipazione del paziente rendono difficile stabilire quale approccio sia realmente più efficace per ridurre dolore e disabilità.

Lo studio e le tipologie d’intervento

La ricerca recentemente condotta ha incluso 29 studi randomizzati controllati di livello I, per un totale di 2.768 pazienti, con un’età media di 46,9 anni e BMI di 25,8 kg/m2, seguiti per circa sei mesi. Gli studi sono stati selezionati da PubMed, Web of Science, Google Scholar ed Embase, considerando solo studi che confrontassero fisioterapia attiva, passiva e combinata in pazienti con dolore lombare cronico meccanico o aspecifico, escludendo pazienti con sintomi radicolari o neurologici. Le tipologie di intervento considerate sono state:

  • Fisioterapia attiva: il paziente partecipa attivamente a esercizi terapeutici mirati a migliorare forza, mobilità e funzione nelle attività quotidiane. Favorisce l’autogestione, l’indipendenza e la prevenzione dell’atrofia muscolare
  • Fisioterapia passiva: interventi applicati dal fisioterapista senza sforzo attivo del paziente, quali mobilizzazioni, massaggi, knesiotaping o terapie fisiche migliora la mobilità e riduce il dolore in maniera immediata, ma gli effetti funzionali a lungo termine sono limitati
  • Fisioterapia combinata: integrazione di strategie attive e passive per potenziali benefici sinergici.

Fisioterapia attiva o passiva?

Alla fine del follow-up, la fisioterapia attiva ha ottenuto i risultati migliori, riportando i punteggi più bassi sia in termini di dolore che di disabilità. In altre parole, l’approccio che coinvolge attivamente il paziente, stimolando forza, mobilità e partecipazione, si è rivelato più efficace nel migliorare la qualità della vita rispetto alle terapie passive o alla combinazione di entrambe.

Anche la fisioterapia passiva ha fornito benefici, soprattutto nel ridurre temporaneamente il dolore e migliorare la mobilità spinale, ma i suoi effetti sul lungo termine sono stati inferiori rispetto a quelli ottenuti con esercizi attivi.

Questa differenza sottolinea l’importanza di promuovere un ruolo attivo del paziente nella gestione del dolore lombare cronico, non solo come strategia per alleviare il dolore immediato, ma come mezzo per preservare la funzione e ridurre la disabilità a lungo termine.

Fonte: Baroncini, A., Maffulli, N., Manocchio, N. et al. Active and passive physical therapy in patients with chronic low-back pain: a level I Bayesian network meta-analysis. J Orthop Traumatol 26, 66 (2025). https://doi.org/10.1186/s10195-025-00885-4

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