La distorsione di caviglia è l’infortunio muscoloscheletrico più comune nella popolazione, sia sportiva sia generale, ed è anche uno dei più sottovalutati: la letteratura conferma che una distorsione non adeguatamente trattata in acuto rischia di produrre recidive e, nel tempo, di portare allo sviluppo della instabilità di caviglia cronica, un problema ben più complesso da gestire.
Per fornire qualche numero, secondo la letteratura tra il 30% e il 70% dei pazienti che subiscono una distorsione di caviglia sviluppano poi instabilità cronica a questa articolazione.
Un recente studio cinese ha dedicato attenzione a questo problema, sviluppando un metodo basato sulla medicina tradizionale cinese e testandolo in uno studio ad hoc, pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders.
Le realtà coinvolte in questo lavoro sono l’ospedale di medicina tradizionale cinese affiliato con l’Università di Medicina di Guangzhou, l’Università di medicina cinese di Guangzhou, il Sun Yat-Sen Memorial Hospital della Università Sun Yat-Sen e l’Alta Scuola affiliata all’Università Normale della Cina del Sud.
L’esercizio proposto
Il metodo ideato dai ricercatori intende guarire al meglio la caviglia con distorsione, per evitare che possa cadere in recidive e quindi in instabilità cronica. Il metodo consiste in una terapia funzionale di heel kicking che porta a un riposizionamento osseo, a un allungamento dei tessuti molli che circondano la caviglia e alla creazione di spazio nell’articolazione, per favorire la ritrazione dell’astragalo e portare a una chiusura di tutti gli spazi articolari, correggendo gli effetti della lieve lussazione che può caratterizzare la distorsione.
Più nel dettaglio, l’esercizio di heel kicking proposto si basa sulla tecnica BST della medicina tradizionale cinese, tecnica che consente di sistemare velocemente la caviglia distorta e migliorare da subito il passo e che, però, richiede una grande competenza da parte dello specialista che la applica.
Il metodo è stato quindi utilizzato su 60 pazienti con una distorsione laterale di caviglia di grado I e II, divisi in due diversi gruppi. Tutti i pazienti sono stati trattati con il metodo conservativo convenzionale, sinergia tra l’approccio PRICE, ovvero “protezione, riposo, ghiaccio, bendaggi compressivi e elevazione dell’arto corrispondente”, ed esercizi articolari volti a ridurre il gonfiore e migliorare la funzionalità.
In aggiunta a questi interventi, i pazienti del gruppo di studio hanno eseguito anche l’esercizio sotto studio. I risultati ottenuti dai due gruppi di pazienti sono stati misurati con una Scala Analogica Visuale (VAS) per il dolore, con l’indice American orthopedic foot & ankle society ankle-hindfoot (AOFAS).
Gli autori hanno anche valutato eventuali cambiamenti nel gonfiore articolare. Le misurazioni sono state effettuate prima dell’intervento e dopo 4 settimane. L’indice usato per valutare gli effetti a lungo termine, invece, è stato scelto lo score di Karlsson, ottenuto con un questionario auto-compilato dai partecipanti, a 26 settimane di distanza dal trattamento. Vediamo i risultati.
L’utilità dell’esercizio di heel kicking
Se prima dell’inizio dei trattamenti i pazienti non presentavano diversità in quanto a dolore percepito, gonfiore e valori dello score AOFAS, dopo 4 settimane gli autori hanno osservato un miglioramento più rapido nei pazienti del gruppo di studio, sia nei valori di VAS, sia in quelli degli score funzionali e nella riduzione del gonfiore.
Per questo gli autori concludono che il metodo da loro proposto possa essere un valido aiuto nei pazienti con distorsione di caviglia. Per completezza, occorre sottolinea che lo studio non individua alcuna differenza tra i due gruppi nell’indice di Karlsson a 26 settimane di follow up.
Qin, QN., Zhang, X., Cai, YF. et al. Heel kicking exercise rapidly improves pain and function in patients with acute lateral ankle sprain: a randomized controlled trial. BMC Musculoskelet Disord 26, 666 (2025). https://doi.org/10.1186/s12891-025-08881-9