Scarsa attività fisica e vita sedentaria portano a una ridotta massa muscolare, associata a cattiva prognosi in molte patologie, Covid-19 incluso.
A rivelarlo è uno studio coordinato dall’Irccs Galeazzi e dall’Irccs Policlinico San Donato di Milano, entrambi del Gruppo San Donato, che ha visto la partecipazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara, dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, della Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia, dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Ospedale SS. Annunziata di Cento – in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università degli Studi del Piemonte Orientale (Schiaffino S, Albano D, Cozzi A, Messina C, Arioli R, Bnà C, Bruno A, Carbonaro LA, Carriero A, Carriero S, Danna PSC, D’Ascoli E, De Berardinis C, Della Pepa G, Falaschi Z, Gitto S, Malavazos AE, Mauri G, Monfardini L, Paschè A, Rizzati R, Secchi F, Vanzulli A, Tombini V, Vicentin I, Zagaria D, Sardanelli F, Sconfienza LM. CT-derived Chest Muscle Metrics for Outcome Prediction in Patients with Covid-19. Radiology. 2021 Mar 16:204141. doi: 10.1148/radiol.2021204141. Epub ahead of print. PMID: 33724065; PMCID: PMC7971428).

La relazione tra massa muscolare e prognosi è tale da rendere la massa muscolare un fattore predittivo del decorso clinico nei pazienti ospedalizzati per Covid-19.
Lo studio, di tipo retrospettivo, ha rivalutato le TAC effettuate su 552 pazienti al momento del ricovero per derivarne lo stato della muscolatura paravertebrale; a questo dato, ne sono stati aggiunti altri: età, sesso, indice di massa corporea, estensione della polmonite, eventuali malattie concomitanti broncopolmonari, cardiovascolari, neurologiche e oncologiche, diabete, insufficienza renale e indici derivati dagli esami di laboratorio.

La collaborazione tra più realtà ospedaliere, nella forma di uno studio multicentrico, ha in questo caso permesso di confermare e validare una ipotesi che già sviluppata presso l’Istituto Galeazzi e il Policlinico San Donato.

Stefania Somaré