Una delle motivazioni per cui si tende a effettuare una protesi di ginocchio solo su pazienti con artrosi in stadio avanzato e limitazioni funzionali evidenti, nei quali altre pratiche conservative non hanno più effetto sul dolore e sulla mobilità, è il timore che, impiantata troppo presto, la protesi dovrà essere sottoposta a revisione nel corso della vita del paziente. In genere, le revisioni sono interventi più complessi dell’artroplastica primaria, associati anche a un maggior tasso di complicanza post-intervento.

Un nuovo studio, condotto dal Hospital for Special Surgery (HSS) di New York, su un campione di pazienti raccolto in 40 anni di attività, sembra dire il contrario. Presentato durante il Congresso Annuale dell’American Academy of Orthopaedic Surgeons 2025, tenutosi a San Diego,lo studio prende in considerazione pazienti di età massima 55 anni e attività fisica di alto livello, sottoposti ad artroplastica di ginocchio tra il 1977 e il 1992 con impianti Insall-Burstein I e Insall-Burstein II, entrambi di ideazione e sviluppo dell’ospedale stesso.

I dati riferiti ai pazienti sono già stati studiati in passato a 10, 25 e 30 anni di follow up. In questo nuovo lavoro il follow up è invece arrivato a 40 anni. Sono 81 i pazienti inclusi nello studio, che al momento dell’intervento avevano tra i 33 e i 55 anni.

Il 70% dei pazienti non è mai stato sottoposto a revisione di protesi nel corso della vita. Se si confrontano le due protesi, quella che si associa al minor numero di revisioni è la Insall-Burstein I. Si tratta di un risultato molto rassicurante, come evidenziato da William Long, autore senior dello studio, soprattutto se si considera che «le attuali sostituzioni del ginocchio hanno risolto le insidie che portano alla maggior parte delle revisioni per problemi meccanici negli impianti Insall-Burstein I e Insall-Burstein II».

Il significato dello studio

Come sottolineato dagli stessi autori, i risultati così ottenuti mostrano che sottoporre pazienti con età inferiore ai 55 anni a una artroplastica totale di ginocchio è sicuro e i pazienti possono continuare a svolgere attività sportiva ad alto livello per la maggior parte della propria vita.

I pazienti sottoposti allo studio non avevano segni di dislocazione o cambiamenti nell’allineamento corporeo e molti hanno asserito di aver ulteriormente intensificato la propria attività fisica dopo l’intervento.

Un altro dato interessante emerge se si confronta l’indice TAS (Tegner Activity Scale) misurato prima dell’intervento e nel follow up a 40 anni, si vede un netto miglioramento:il valore è passato da 1,5 a 2,7. Ciò significa che, se prima dell’intervento questi pazienti potevano solo camminare su suolo pianeggiante e lavorare in modo sedentario, 40 anni dopo possono svolgere attività ricreative, come nuotare e camminare nei boschi, e svolgere lavori leggeri, in movimento. Secondo Long, lo studio indica anche che una protesi posizionata in età più giovane può favorire il mantenimento di un alto livello di attività e contribuire a mantenere la salute del paziente nel corso della sua vita.

Fonte: Weinblatt AI, Bergstein VE, Taylor WL, Lyman S, Oettl FC, Scott WN, Long WJ. Total knee replacement in young, active patients: long-term follow-up and functional outcome: A final follow-up of previous report. Accessed February 10, 2025

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