Secondo la letteratura, i pazienti con artrosi monocompartimentale di ginocchio trattati con l’artroplastica monocompartimentale risultano più soddisfatti di quelli che vengono sottoposti a una artroplastica totale. Per migliorare ulteriormente questo grado di soddisfazione, un team di ricerca del Dipartimento di Traumatologia del Shangluo Central Hospital, in Cina, valuta l’efficacia di un allenamento motorio immaginato nel facilitare il recupero funzionale del ginocchio nel primo post-intervento. L’intento è quello di non anticipare troppo la riabilitazione in carico, che può causare dolore nel paziente e, in alcuni, favorire il timore del movimento che, a lungo andare, gioca contro un buon risultato clinico. Lo studio è pubblicato su American Journal of Translational Research.
Il tipo di riabilitazione usata nello studio
L’allenamento motorio immaginato, chiamato anche allenamento ideomotorio, è già stato abbondantemente studiato nel processo riabilitativo di soggetti che hanno subito un ictus per il recupero sia dell’arto superiore sia di quello inferiore, mostrandosi capace di rinforzare la muscolatura coinvolta nell’atto motorio immaginato.
Gli autori vogliono verificare se il metodo possa essere utile anche nei pazienti operati con artroplastica monocompartimentale di ginocchio.
Per farlo il team ha arruolato 84 pazienti, dividendoli in 2 gruppi di studio: 42 hanno seguito anche un allenamento ideomotorio, mentre gli altri 42 solo una procedura riabilitativa standard.
Tutti i pazienti sono stati, quindi, seguiti con applicazioni crioterapiche da 20 minuti, 4 volte al giorno per 7 giorni, per gestire i dolore e favorire il riassorbimento dell’eventuale edema.
La riabilitazione è stata precoce per tutti, con una prima mobilizzazione entro 4-5 ore all’intervento, seguita nei giorni successivi da sessioni di 30 minuti 2 volte al giorno per 5 giorni la settimana.
Durante le sessioni i pazienti hanno eseguito esercizi isometrici, sollevamenti a gambe tese e pompaggi delle caviglia. Una volta che la ferita è asciutta, vengono introdotti anche esercizi di flessione ed estensione del ginocchio. Si aggiunge a tutto ciò la routine quotidiana, gestita in autonomia dai pazienti.
I partecipanti al gruppo di studio, in aggiunta a quanto descritto, hanno anche assistito a video con esercizi di flessione-estensione del ginocchio, discesa di scale e test Time Up and Go, e hanno ascoltato precise istruzioni per eseguire gli esercizi da parte del terapista.
Ogni esercizio è stato eseguito 10 volte per volta, con 1 minuto di riposo, per un totale di 15 minuti due volte al giorno, per 5 giorni la settimana. Vediamo quali risultati ha dato questo nuovo allenamento.
L’allenamento ideomotorio migliora la riabilitazione
Per valutare eventuali differenze tra i due gruppi di studio, gli autori si sono basati su una serie di test e score: l’Oxford Knee Score (OKS), la Scala Visuale analogica (VAS), il range of motion (ROM), il Timed Up and Go Test (TUGT), la Berg Balance Scale (BBS) e l’indice Hospital for Special Surgery Knee Score (HSS). Le valutazioni sono state condotte a 1 mese, 5 mesi e 12 mesi dopo l’intervento.
Nel follow up a 6 mesi i ricercatori hanno valutato anche i parametri dell’allenamento ideomotorio. Risulta che il gruppo di studio presenta risultati significativamente migliori di quello di controllo in praticamente tutti i parametri clinici considerati. I risultati più interessanti riguardano la riduzione della VAS e il miglioramento dell’indice OKS, soprattutto a 6 e 12 mesi.
Chen S, Wang Y. Effect of motor imagery training on joint function recovery following unicompartmental knee arthroplasty. Am J Transl Res. 2025 Jun 15;17(6):4506-4515. doi: 10.62347/AZKM5743. PMID: 40672610; PMCID: PMC12261160.