Sono tante le patologie neuromuscolari che determinano una ridotta funzionalità dell’arto superiore: tra queste, la distrofia muscolare, l’atrofia muscolare spinale, le lesione della colonna vertebrale, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e l’ictus.

Negli ultimi anni la neuroriabilitazione assistita da strumenti tecnologici, come i robot assistivi, si è dimostrata una strategia interessante per supportare il recupero, o il mantenimento, delle funzionalità dell’arto superiore. Anche gli esoscheletri rientrano nella tecnologia assistiva che può essere utilizzata nel contesto descritto, ma in questo caso non c’è ancora consenso rispetto all’efficacia dello strumento.

Il Journal of NeuroEngineering and Rehabilitation propone uno studio randomizzato italiano che valuta l’efficacia dell’esoscheletro robotizzato AGREE per la riabilitazione contemporanea di spalla e gomito.

Caratteristiche dello studio

Sono 32 i pazienti coinvolti nel lavoro, che ha visto collaborare diverse realtà lombarde: il laboratorio WECOBOT del Polo territoriale di Lecco, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e il NearLab del Politecnico di Milano, la Fondazione Need Insitute di Milano e la Casa di Cura Igea di Milano, afferente al Policlinico cittadino.

I partecipanti, in carico proprio alla Casa di Cura Igea, sono stati randomizzati in due gruppi, quello di studio, che ha utilizzato l’esoscheletro, e quello di controllo, trattato invece con gli strumenti tradizionali.

Entrambi i gruppi hanno effettuato 15 sessioni di allenamento da 45 minuti 3 volte la settimana, per un totale di 5 settimane, concentrandosi su spalla, gomito e polso, con esercizi propriocettivi ed esterocettivi e movimenti di raggiungimento e presa degli oggetti. Completano la sessione esercizi di adduzione, abduzione, estensione e flessione delle articolazioni in gioco ed esercizi passivi.

I risultati del percorso sono stati misurati con diversi indici: per l’usabilità gli autori hanno scelto la Scala di Usabilità del Sistema e per i miglioramenti clinici, la valutazione di Fugl–Meyer, il Test Action Research, l’Indice di Motricità e il Test Box e Block. Infine è stato osservato anche il dosaggio. Vediamo quali sono i risultati ottenuti.

Esoscheletro e riabilitazione tradizionale a confronto: gli esiti

Come già indicato in letteratura, la riabilitazione assistita con esoscheletro e quella tradizionale hanno dato esiti comparabili, sebbene lo studio evidenzi una leggera superiorità dell’esoscheletro, data dai valori della valutazione di Fugl-Meyer e del Test Action Research Arm.

Anche il numero di sessioni effettuate e la durata della terapia risulta essere equivalente tra i due gruppi, mentre i pazienti del gruppo di studio hanno ricevuto un tempo effettivo di trattamento significativamente inferiore a quelli del gruppo di controllo. Ciò suggerisce che, forse, la coerenza e la frequenza della terapia sono più importanti rispetto alla durata della singola sezione per dare esiti interessanti.

Gli autori evidenziano l’importanza di concentrare alcuni studi proprio sul dosaggio più appropriato di questo tipo di riabilitazione. Da ultimo, ma non per importanza, l’esoscheletro AGREE ha riscontrato un certo apprezzamento da parte dei partecipanti al gruppo di studio, che in media hanno definito l’usabilità media, con uno score SUS di 68,7.

Gandolla M, Luciani B, Longatelli V, Tropea P, Seregni A, Corbo M, Braghin F, Pedrocchi A. AGREE: an upper limb motorized exoskeleton for restoring arm functions: a single-blinded randomized controlled trial. J Neuroeng Rehabil. 2025 Jun 11;22(1):134. doi: 10.1186/s12984-025-01651-7. PMID: 40500718; PMCID: PMC12160122

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here