Approccio sinergico ai problemi vascolari e plantari: se ne parla a Exposanità

La relazione tra le malattie del sistema venoso degli arti inferiori e le alterazioni posturali è al centro del seminario di aggiornamento “La correzione ortesica può modificare l’emodinamica. Le sinergie con la compressione elastica”, organizzato da Accademia Tecniche Nuove e in programma giovedì 18 aprile dalle 14.30 alle 16.30 in Exposanità presso BolognaFiere.

A condurlo il dott. Guido Arpaia, medico specialista in ematologia e in angiologia medica, già direttore di Medicina Interna dell’ASST Brianza e past president della SIAPAV, e il prof. Andrea Lauria, docente presso il corso di laurea in Tecniche Ortopediche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Pavia.

«Con il dott. Arpaia collaboriamo da tempo in ottica di condivisione delle competenze: io mi occupo di posturologia da anni e lui ha grande esperienza nella gestione delle patologie vascolari», riferisce Lauria. «Ci siamo accorti che molte patologie venose sono spesso associate a problemi posturali. Da qui l’idea di divulgare in questo seminario un approccio al problema in termini di diagnosi e terapia, mettendo in relazione patologie venose e muscolari e disordini posturali».

«Il tema del seminario si conosce da tempo ma è stato sempre poco studiato e soprattutto standardizzato, non ci sono grandi indicazioni su come comportarsi», è il commento di Arpaia, «nemmeno nelle linee guida ministeriali 2017 su classificazione, inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni si fa cenno a una valutazione vascolare».

«Spesso i medici non valutano adeguatamente i problemi plantari e i tecnici ortopedici altrettanto per i problemi vascolari: non c’è una coscienza olistica del problema ed è proprio questa la lacuna da colmare», riprende Lauria.

«Ci concentriamo sulla parte inferiore del corpo perché le patologie venose sono molto più frequenti in quella sede», puntualizza Arpaia. «Tuttavia, la problematica posturale tendenzialmente coinvolge tutto il corpo, in primis la colonna. A livello del piede ha spesso ricadute sulla dinamica venosa e obbligano ad analizzare l’aspetto posturale nell’ambito del progetto di cura».

Come intervenire?
«Il problema va affrontato complessivamente o comunque guardando entrambi gli aspetti, perché le statistiche dicono che sono correlati», ribadisce Lauria.
In un paziente con entrambi gli apparati deficitari (appoggio scorretto e, per esempio, vene varicose) può essere necessaria una sinergia tra correzione ortesica e uso della calza elastica terapeutica, per ottenere un risultato migliore.

La correzione ortesica resa dal plantare fa sì che le strutture podaliche tornino a lavorare adeguatamente, aiutando la risalita del sangue lungo l’arto inferiore. Un corretto approccio ortesico può essere efficace per ristabilire una corretta postura e, a cascata, la soluzione dei problemi vascolari.

La compressione elastica terapeutica, invece, agisce soprattutto sul sistema venoso superficiale, in particolare se malato, accelerando e costringendo il flusso maggiormente verso vene più profonde, con valvole sane, rendendo più efficiente il ritorno venoso.