L’artroplastica con rivestimento di superficie viene effettuata, per lo più su pazienti giovani, sin dagli anni Novanta del secolo scorso, con continui avanzamenti tecnici. Rispetto alla più utilizzata artroplastica totale di anca, l’artroplastica di rivestimento offre una maggiore stabilità e un minor rischio di lussazione, consentendo, quindi, la pratica di attività ad ampio range di movimento come yoga, ginnastica e danza, così come di sport di impatto come calcio e basket Infine, questo tipo di artroplastica permette al paziente di praticare attività lavorative pesanti.

Tuttavia, ci sono alcune questioni relative alla durata dell’impianto che hanno limitato l’uso dell’artroplastica di rivestimento ai pazienti più giovani, escludendo quelli anziani. Un recente studio della clinica Midlands Orthopaedics & Neurosurgery della Columbia pubblicato su Muscoloskeletal Surgery dimostra che questo tipo di artroplastica è sicura anche nei pazienti over 65.

Obiettivo dello studio

Gli autori di questo studio retrospettivo partono da un database composto da circa 6 mila interventi di artroplastica di rivestimento, tutti effettuati da uno stesso chirurgo presso la clinica citata sopra. Tra questi, 395 casi riguardano pazienti over 65, arruolati a far parte del gruppo di studio, mentre i restanti 5106 casi sono stati inseriti nel gruppo di controllo.

Obiettivo del lavoro è stato confrontare gli esiti delle due tecniche in termini di sopravvivenza dell’impianto, fallimento, tasso di complicanze e outcome clinici.

I risultati dello studio

Il primo aspetto preso in considerazione dagli autori è la sopravvivenza dell’impianto, misurata a 10 e 16 anni dall’intervento: nel gruppo di studio gli impianti che hanno resistito al tempo sono rispettivamente il 98,6% e il 98,2%, mentre nel gruppo di controllo sono il 99,7% e il 98,6%.

Se si considerano le donne sottoposte ad artroplastica di rivestimento dopo i 65 anni, la percentuale di sopravvivenza dell’impianto a 10 anni dall’intervento è del 100%. Relativamente al tasso di fallimento dell’impianto, gli autori hanno individuato alcune differenze: nel gruppo di studio il fallimento per frattura precoce o per infezione tardiva sono più frequenti che nel gruppo di controllo.

Anche le complicanze mostrano delle differenze. Per esempio, i pazienti over 65 mostrano un tasso di infezione precoce maggiore, il che suggerisce che abbiano un sistema immunitario più fragile rispetto ai pazienti più giovani. Infine, gli over 65 presi in considerazione hanno sviluppato più spesso lesioni al gluteo. Tuttavia, il tasso di re-intervento è simile nei 2 gruppi considerati.

Gli autori hanno effettuato anche un confronto negli over 65 tra il tasso di fallimento femorale precoce in caso di artroplastica di superficie (0,3%) e di artroplastica totale, evidenziando come questo sia inferiore nel primo caso. Simile la situazione per il tasso di frattura del femore, pari all’1,3% nei pazienti più anziani dello studio: una percentuale inferiore a quella riportata dalla letteratura per l’artroplastica totale di anca.

Gli autori concludono sottolineando che l’artroplastica di rivestimento dell’anca dovrebbe essere presa in considerazione anche su pazienti over 65, purché venga effettuata da un chirurgo esperto e con un alto numero di interventi l’anno.

Gaillard-Campbell, D., Gross, T. Uncemented hip resurfacing in patients over 65: 16-year outcomes from a large, single-surgeon series. Musculoskelet Surg (2025). https://doi.org/10.1007/s12306-025-00929-2

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here