L’artrosi di anca e ginocchio è tra le patologie articolari più diffuse nella popolazione generale, con una prevalenza che aumenta con l’età. Generalmente trattata per via conservativa, questa malattia degenerativa delle cartilagini sembra trarre beneficio da una sinergia tra esercizio fisico, atto a rinforzare le strutture muscolari che vanno a proteggere e sorreggere l’articolazione, e scienza del dolore.
Se, infatti, i vantaggi portati dall’attività fisica sono conclamati anche per i pazienti che devono essere sottoposti a intervento, che si riprendono prima nel post-operatorio, spesso la presenza di dolore è un ostacolo. Qui entra in scena l’educazione neuroscientifica al dolore, che una recente revisione della letteratura britannica sembra confermare come efficace.
La revisione
Pubblicata su BMC Musculoskeletal Disorders, questa revisione si basa su 12 studi, per un totale di 20-103 pazienti per studio. L’età media dei pazienti coinvolti varia tra i 58 e i 72 anni. Gli autori hanno accettato nella revisione sia studi randomizzati controllati che non randomizzati.
Per quanto riguarda i pazienti trattati, sono stati inclusi studi su pazienti con artrosi di anca e ginocchio, anche in fase pre-operatoria.
L’analisi dei contenuti di questi lavori ha evidenziato sei domini principali su cui concentrarsi:
- argomenti introduttivi,
- meccanismi di dolore acuto,
- meccanismi di dolore cronico,
- fattori che supportano il dolore,
- educazione multidisciplinare,
- ruolo dell’esercizio fisico.
Una volta messi a confronto i diversi studi, gli autori hanno concluso che l’educazione neuroscientifica alla gestione del dolore può dare effetti positivi di tipo psicologico, per esempio riducendo la tendenza dei pazienti a essere pessimisti, agendo positivamente sulla kinesiofobia e sull’auto-efficacia.
Non sembrano esserci, invece, effetti diretti sul funzionamento fisico e sull’intensità del dolore provata. Per queste stesse ragioni, la revisione sottolinea l’importanza di utilizzare l’educazione nuroscientifica al dolore in associazione alla riabilitazione o attività fisica, perché utilizzata da sola risulta essere molto meno efficace.
Variabilità dei protocolli
Essendo uno strumento relativamente giovane, l’educazione al dolore mostra ancora protocolli estremamente differenti tra loro. Ciò vale anche per gli studi inclusi in questa revisione. Per questa ragione gli autori sottolineano anche la necessità di prendere con cautela i loro risultati, che potrebbero essere certamente più forti se ci fosse maggior omogeneità nell’uso dell’educazione al dolore stessa.
Studio: Hurley-Wallace, A.L., Cheng, V., Bertram, W. et al. Pain science education and exercise interventions for people with knee or hip osteoarthritis: a systematic review, content and meta-analysis. BMC Musculoskelet Disord (2025). https://doi.org/10.1186/s12891-025-09313-4


