Negli ultimi anni la pressione sui radiologi è cresciuta notevolmente, in parte a causa dell’aumento del numero di esami diagnostici richiesti e della produzione di report che devono essere accurati, effettuati in tempi brevi e con una bassa proporzione del tasso di discrepanza.

Inoltre, soprattutto nell’ambito della Traumatologia d’emergenza, vi è la richiesta di servizi di radiologia h24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno.
Per far fronte ai cambiamenti in atto e all’aumentata mole di lavoro, la radiologia d’emergenza potrebbe in parte affidarsi all’intelligenza artificiale, che potrebbe garantire un’alta qualità di cura anche nei confronti dei pazienti in fase acuta.

Uno studio canadese si è concentrato proprio su questo aspetto (Jalal, S., Parker, W., Ferguson, D., & Nicolaou, S. (2020). Exploring the Role of Artificial Intelligence in an Emergency and Trauma Radiology Department. Canadian Association of Radiologists Journal).

Gli autori hanno analizzato l’uso dell’intelligenza artificiale per migliorare il flusso di lavoro della radiologia traumatologica: ambito nel quale questa tecnologia potrebbe concentrarsi sui lavori ripetuti, come l’acquisizione delle immagini, ma anche sulla prima analisi delle immagini stesse, per processarle e individuare quelle che devono essere verificate dal radiologo.

In questo modo anche le decisioni possono essere prese con il supporto dell’intelligenza artificiale, senza per questo togliere il ruolo al radiologo, ma semmai lasciandogli più tempo per dedicarsi alle sue competenze specifiche. L’intelligenza artificiale, infatti, può ridurre il rumore di fondo delle immagini, ma anche aiutare a protocollarle.

Certo, la sfida è creare un algoritmo efficiente, realistico e preciso, che sia affidabile, ma anche un modello di lavoro adeguato.
E tutto ciò, sottolineano gli autori, richiede fondi per continuare a studiare e fare ricerca e sperimentare i modelli individuati ecc.

Esiste poi una sfida di carattere culturale: far accettare ai radiologi l’introduzione dell’IA nel loro lavoro.
Far loro capire che questi strumenti non vogliono eliminare la loro figura, ma solo sostenerla nella propria professionalità.

A tal proposito, lo studio riporta un lavoro del 2019 della Società Europea di Radiologia (Radiology ESo. Impact of artificial Intelligence on radiology: a Euro AIM survey among members of the European Society of Radiology. Insight Image. 2019;10(1):105) che evidenziava come la maggior parte dei radiologi afferenti alla società (77%) siano in accordo con l’uso della IA, anche se quasi la metà (48%) non ha in mente di iniziare a utilizzarla in tempi brevi.

Stefania Somaré