La gonartrosi è una delle patologie ortopediche più diffuse e che, anche in virtù della propria dipendenza dall’età, ha visto aumentare in modo vertiginoso i casi negli ultimi decenni in tutto il mondo. Dal momento che l’intervento chirurgico di sostituzione di tutto o parte del ginocchio ha un costo elevato, e che comunque le protesi hanno una emivita di solo 20 anni circa, si stanno cercando strumenti conservativi che consentano di posticipare la necessità di intervento avanti nel tempo.

Un recente studio, condotto presso l’Università Al Baath di Homs, in Siria, e presso l’Università del Cairo, in Egitto, valuta l’efficacia del trattamento con onde d’urto radiali e con ultrasuoni pulsati a bassa frequenza in pazienti affetti da gonartrosi.

In tutto i pazienti arruolati sono stati 220, allocati in modo randomizzato in uno dei due gruppi di studio, uno sottoposto a onde d’urto radiali e l’altro agli ultrasuoni a bassa frequenza.

Nel primo caso il trattamento è stato effettuato con un apposito applicatore a 10 Hz e 3 bar, con 2000 impulsi per seduta, mentre nel secondo si sono usati 1 MHz a 0,5 W/cm2 per 20 minuti al giorno. Il lavoro è pubblicato su Journal of Orthopaedic Surgery and Research.

Gli esisti a confronto

Per stabilire quale sia il miglior metodo da utilizzare di volta in volta, il team di ricerca ha misurato, e poi confrontato, una serie di parametri funzionali: la Lysholm Knee Scoring Scale, la scala visuale analogica per il dolore, il Western Ontario and McMaster Universities Osteoarthritis Index e il range of motion del ginocchio.

Da questo punto di vista, gli ultrasuoni a bassa frequenza mostrano un’efficacia superiore a quella delle onde d’urto radiali, con un tasso di efficacia clinica dell’81,57% contro il 64,82%. Non soddisfatti, gli autori hanno anche valutato i parametri infiammatori del paziente, in particolare la presenza di ossido nitrico, interleuchina – 1β, fattore di necrosi tumorale-α, il declino della metalloproteinasi della matrice-3, la dismutasi superossido e il fattore di crescita trasformante-β1.

In questo caso si osserva una diminuzione dei parametri infiammatori in tutti i pazienti e un aumento della dismutasi superossido e del fattore di crescita trasformante-β1, in particolare nei soggetti trattati con ultrasuoni a bassa frequenza.

I risultati ottenuti sembrano suggerire che, in presenza di gonartrosi, gli ultrasuoni a bassa frequenza consentono di raggiungere esiti migliori delle onde d’urto radiali. Ecco perché gli autori suggeriscono che questa tecnica venga studiata ulteriormente nel contesto dell’artrosi di ginocchio, anche perché i due approcci non presentano differenze di sicurezza.

Khadour, F.A., Khadour, Y.A. & Alharbi, N.S.K. Synergistic effects of low-intensity pulsed ultrasound and extracorporeal shock wave therapy in knee osteoarthritis: clinical outcomes and biochemical mechanisms. J Orthop Surg Res 20, 942 (2025). https://doi.org/10.1186/s13018-025-06384-w.

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