Con l’avanzare dell’età i dischi paravertebrali tendono a disidratarsi e ridursi in spessore, determinando una sintomatologia dolorosa e una maggiore rigidità della colonna.

Si tratta di discopatia, una condizione spesso degenerativa che può richiedere, nei casi più gravi, l’intervento del chirurgo.

Diversamente da quanto si possa pensare, la discopatia può presentarsi anche prima dei 60 anni: alcune statistiche indicano che il 30% dei 35enni mostra già segni di degenerazione discale: esiste infatti una componente genetica che può essere accelerata da un uso scorretto della schiena e da lavori usuranti.

Generalmente, il primo approccio terapeutico è di tipo conservativo e passa da un percorso fisioterapico e osteopatico con lo scopo di rinforzare la muscolatura paravertebrale e migliorare la postura.

Qualora i risultati, di questo tipo di trattamento, non fossero soddisfacenti, è possibile ricorrere all’uso di farmaci e a procedure infiltrative.

Un recente studio dell’Università di Macau, in Cina, presenta una nuova possibile soluzione per trattare i dischi lesionati: il glucomannano ottanoato (GMOC).

Il meccanismo d’azione del GMOC

Nello studio pubblicato su “Nature Communication”, gli autori sottolineano come, alla base della degenerazione discale, vi sia la riduzione di una specifica glicoproteina nel nucleo polposo del disco: il fattore 8 del globulo di grasso del latte (MFG-E8).

La scelta è stata quindi quella di sintetizzare una molecola capace di proteggere il fattore MFG-E8 dalla degenerazione, ovvero il GMOC.

Si tratta di un estere di glucomannano che mima la struttura dei glucosamminoglicani, con una forte resistenza alla degenerazione enzimatica.

L’ipotesi iniziale era che, una volta iniettata in situ, questa sostanza fosse capace di legarsi al fattore MFG-E8, proteggendolo dalla degenerazione enzimatica, e di aumentarne la concentrazione nel nucleo polposo del disco paravertebrale, di fatto ristabilendone l’elasticità. La molecola è stata testata su modello animale.

La sperimentazione su topo e coniglio

Il team ha condotto una sperimentazione su diversi modelli clinici, in particolare su topo e coniglio.

Grazie allo studio su topo gli autori hanno verificato che GMOC è in grado di preservare l’integrità tissutale e l’altezza del disco per un periodo di 4 settimane, in presenza di degenerazione discale ai primi stadi. Gli autori hanno anche osservato una riduzione del dolore e un miglioramento della stabilità meccanica.

Il secondo modello clinico, testato su coniglio, ha indagato invece gli effetti della molecola in uno scenario post chirurgico, di resezione parziale del disco. Anche in questo caso, GMOC ha favorito il mantenimento dell’integrità del tessuto. Questi primi successi supportano gli ulteriori studi necessari per affinare la molecola e comprenderne meglio il meccanismo d’azione.

Studio: Liu, Y., Chao, T., Li, Y. et al. An enzyme-proof glycan glue for extracellular matrix to ameliorate intervertebral disc degeneration. Nat Commun 16, 3629 (2025). https://doi.org/10.1038/s41467-025-58946-5

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