Un museo per sport, tecnologia e disabilità

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Un museo per sport, tecnologia e disabilità
Martina Caironi (foto by Buda Mendes/Getty Images for Ottobock)

Lunedì 8 ottobre 2018, ore 10.30, presso il Museo di Storia della Medicina (MUSME) di Padova.
Il Museo di Storia della Medicina di Padova si arricchisce di una nuova installazione dedicata a Sport, Tecnologia e Disabilità.

I tre campioni Martina Caironi, Beatrice Vio e Alex Zanardi hanno deciso di mettere a disposizione del MUSME i supporti con i quali hanno vinto gare internazionali: la gamba con cui Martina si è allenata per diventare la donna con protesi più veloce al mondo; il braccio usato da Beatrice in allenamento e in gara dal 2010 al 2013; la handbike con cui Alex ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012.

Accanto ai tre oggetti-simbolo saranno esposte le video testimonianze dei tre protagonisti che raccontano la loro passione ed esperienza.

Lo sport, grazie anche alla testimonianza di questi atleti paralimpici, rappresenta uno strumento ottimo per una riabilitazione fisica e psicologica, poiché restituisce passione e fiducia alla persona e favorisce il confronto con gli altri.
Da qui nasce il concetto, caro a Francesco Peghin, presidente della Fondazione MUSME, dello sport come veicolo e medicina per il superamento delle barriere, una medicina che spesso permette di tornare a essere protagonisti della propria vita.

Beatrice “Bebe” Vio (foto Augusto Bizzi)

L’obiettivo del MUSME è proiettare una visione inclusiva della società, che restituisca qualità alla vita e dia valore alle persone, alla volontà, all’impegno, alla resilienza. Alla base del progetto c’è un’apertura verso tutti i campioni del quotidiano che affrontano situazioni difficili, spesso in condizioni di estrema fragilità. Con loro e con diverse associazioni il Museo si impegna a costruire una rete di rapporti attraverso incontri, presentazioni e momenti di dialogo, avendo già instaurato, in questa occasione, una sinergia con il Comitato Italiano Paralimpico della Regione Veneto.

Attraverso questa operazione che coinvolge, oltre ai tre grandi sportivi, anche l’Università di Padova, parte del comitato scientifico museale, il MUSME pone inoltre l’attenzione sull’importanza del progresso medico-tecnologico nel campo delle protesi per disabili affinché queste siano sempre più accessibili a tutti.

Dietro il coraggio e la forza di tre singole personalità c’è una collettività di ricercatori, discipline, studi che ogni giorno sviluppa e porta avanti delle ricerche per il miglioramento della vita di tutti coloro che si trovano in condizioni di disagio.

Questi straordinari supporti all’attività motoria, le protesi di Bebe Vio e di Martina Caironi, gli apparati biomeccanici come la handbike di Alex Zanardi, richiedono un’interdisciplinarietà complessa e sforzi congiunti.

Alex Zanardi

Come osservano Laura Nota, professore associato di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione e delegata all’Inclusione e Disabilità, e Arturo Natali, professore ordinario in Bioingegneria Industriale, «il lavoro di creazione di questi dispositivi richiede la condivisione di competenze afferenti al mondo della fisica, della chimica, della biologia, dell’ingegneria, della medicina e della psicologia. Dietro una protesi ci sono ore di analisi sperimentale e computazionale per arrivare a un risultato ogni volta migliore, con l’obiettivo finale di restituire a una persona delle funzionalità che potevano sembrare perdute».

Attraverso la forza veicolata dallo sport e l’innovazione in campo medico e tecnologico, diventa dunque possibile gestire e superare eventi negativi, traumi, malattie, menomazioni e il compito del MUSME, in tal senso, è promuovere la sensibilizzazione ai valori della solidarietà, del coraggio e della determinazione.