Gestione del diabete. Italia più efficiente degli Usa

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Il diabete presenta il conto all’Italia, attraverso l’Osservatorio Arno-Diabete, nato dalla collaborazione tra la Società Italiana di Diabetologia e l’Osservatorio Arno del Cineca. «Il costo diretto del diabete in Italia è intorno ai 9 miliardi di euro», dice Giulio Marchesini, professore ordinario e direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione all’Università di Bologna. Se aggiungiamo il costo dei presidi e della distribuzione diretta di alcuni farmaci si arriva a 10-11 miliardi di euro per una popolazione di 60 milioni e una prevalenza del diabete del 5%. Mancano invece dati solidi sui costi indiretti (guadagni perduti, giornate lavorative perse ecc.)». Anche gli Usa devono fare i conti con questa malattia: i dati sono quelli del rapporto dell’American Diabetes Association relativo ai dati 2012. Lo studio “Economic Cost of Diabetes in the Us in 2012” evidenzia una spesa di 245 miliardi di dollari (di cui 176 in costi diretti e 69 in costi indiretti), con un aumento del 41% rispetto al precedente rapporto del 2007. Gli Stati con la maggiore spesa in tal senso sono California e Florida. I vertici dell’Ada attribuiscono questa crescita della spesa all’aumenta prevalenza della malattia: oggi un dollaro ogni dieci di quelli destinati all’assistenza sanitaria è speso per il diabete e le sue complicanze. «Rispetto agli Usa, l’Italia», commenta Stefano Del Prato, presidente della Sid, «ha il vantaggio di essersi dotata da tempo di una rete di servizi specialistici capaci di affrontare le condizioni più complesse e interagire in modo efficiente con la medicina generale. In questo modo si possono cogliere le prime manifestazioni delle complicanze, come testimonia la riduzione dei ricoveri ospedalieri (da 120.804 nel 2000 a 96.787 nel 2010). Questi dati vanno comunque inquadrati nella spesa sanitaria generale; gli Usa spendono oltre il 17% del Pil per la Sanità, contro il 9% dell’Italia (inferiore alla media Ocse). Quanto alla spesa farmaceutica, poi, in Italia si spende molto meno». I dati forniti dall’analisi Ada, così come quelli dell’Osservatorio Arno Cineca, indicano però che il costo legato al diabete mellito rischia di divenire insostenibile nel giro di pochi anni. La quota maggiore di questo aggravio di spesa è legato all’ospedalizzazione; la causa principale di ricovero sono le complicanze, riducibili solo con un’efficace prevenzione del diabete stesso e, per chi è già malato, con uno stretto controllo glicemico. La prima richiede un’azione che aumenti la consapevolezza della popolazione generale, attraverso con processi educativi avviati fin dall’età scolare. La seconda impone di rendere omogeneo un trattamento standardizzato e moderno su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo tutti gli attori del sistema, come previsto dal Piano Nazionale del Diabete. Tutto ciò, ovviamente, accompagnato da una verifica costo-efficacia. In tal senso, la Sid ha avviato un gruppo di lavoro di health technology assessment con la partecipazione di esperti di economia sanitaria e diabetologi.