Disordini della coordinazione: la realtà virtuale aiuta?

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Disordini della coordinazione: la realtà virtuale aiuta?Per il cervello fare e immaginare di fare non fa grande differenza: in entrambi i casi si accendono le stesse aree. Tanto che parte dell’apprendimento di uno sport viene anche dall’osservare gli altri giocare.
Questi sono due aspetti del nostro cervello che rendono la realtà virtuale efficace nella riabilitazione ortopedica e neuromotoria, e non solo.

Ci sono studi che hanno provato che una seduta di riabilitazione in movimento e una seduta effettuata con realtà virtuale possono allenare le stesse aree cerebrali.
Che cosa accade, però, quando è la coordinazione motoria a dover essere migliorata in pazienti affetti da DCD (Developmental Coordination Disorder)?

Un team di ricercatori sudamericani (Universidade Federal de São Carlos, in Brasile, e Universidad Católica del Maule, in Cile) hanno provato a rispondere a questa domanda con uno studio retrospettivo (Jorge L. Cavalcante Neto, Cristina C. de Oliveira et al. Is virtual reality effective in improving the motor performance of children with developmental coordination disorder? A systematic review. European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine).
Hanno cercato in vari database di articoli scientifici (MEDLINE/PubMed, Scopus, Web of Science e ERIC) studi randomizzati pubblicati dal 1° gennaio 2006 al 30 novembre 2017 inerenti al tema.
La selezione degli studi è stata effettuata da due soggetti indipendenti, usando come scala per definire la qualità degli stessi la PEDro.
Inoltre, la selezione è stata portata avanti seguendo le Raccomandazioni della Cochrane e le Linee Guida PRISMA.

Partendo da 2160 pubblicazioni, dopo le varie selezioni solo tre studi sono stati selezionati in quanto in grado di essere analizzati con l’approccio GRADE, scelto dai ricercatori come il migliore per definire il livello di evidenza scientifica di uno studio. La ricerca ha definito basso il livello di evidenza di questi studi.
I ricercatori ritengono che tale bassa evidenza sia legata all’assenza di protocolli specifici per l’uso della realtà virtuale in questo ambito.

Stefania Somaré